Francesca Lollobrigida, la paca, come la chiamavano in Colombia, ha vinto il titolo mondiale della maratona. Dopo aver collezionato ben 4 argenti nelle gara precedenti, non si è arresa, ne si è accontentata e si è definitivamente consacrata campionessa. Nonostante tutto, e tutti, ha lottato fino alla fine e ha definitivamente messo le mani su ciò che più meritava.
Il Titolo di Campionessa Mondiale.
La più forte atleta azzurra, vincitrice di ben 27 titoli italiani a soli 16 anni, ha dimostrato di essere la migliore anche in campo mondiale.
Mai nessuna atleta italiana era riuscita a cimentarsi nella maggior parte delle competizioni mondiali, giungendo in finale, e mancando l'oro per pochi centimetri. Questo è il frutto del suo costante impegno, della sua perseveranza, del lavoro della società sportiva, e della sapiente costruzione dell'atleta da parte del suo allenatore, il Dott. Maurizio Lollobrigida, allenatore con ben tre lauree specialistiche nel settore sportivo.
Riportiamo quì sotto l'articolo del Corriere dello Sport del 25 agosto 2007 a cura di Luca Montebelli.PATTINAGGIO A ROTELLE La juniores romana protagonista ai Mondiali di corsa con tre secondi posti
Lollobrigida d’argento a Cali
di Luca Montebelli
CALI - Nata con i pattini ai piedi. Francesca Lollobrigida, romana tre argenti ai mondiali juniores di Cali e punta di diamante della nazionale giovanile italiana di corsa, è indubbiamente una predestinata. Figlia d’arte, papà Maurizio è stato atleta azzurro e poi tecnico nello staff della nazionale, ha infilato per la prima volta le scarpette con le rotelle a 14 mesi, quando camminava appena. Da quel giorno non se li è più tolti.
«Ho iniziato ovviamente perché a casa mia si mangiava pane e pattinaggio, poi la passione mi ha preso completamente. Ho lavorato tanto per regalarmi questo primo mondiale ma alla fine le soddisfazioni sono arrivate» . Brava a scuola, frequenta il liceo con ottimo profitto, è costretta a duri sacrifici per conciliare il pattinaggio e lo studio.
«A Roma purtroppo c’è solo l’impianto delle Tre Fontane per allenarsi quindi finita la scuola salgo nella macchina di papà, noi abitiamo nella zona di Rebibbia, e via verso la pista. Spesso sono costretta a studiare durante il tragitto. Per fortuna ci sono abituata, non mi pesa, e poi il rendimento scolastico non ne risente».
Una carriera fulminante tanto da meritare la convocazione azzurra prima per gli Europei e poi per i Mondiali. «Si sta andando bene ,gli sforzi fatti in allenamento mi stanno ripagando, ma questo è solo un gradino spero di salire ancora più in alto e di raccogliere altre soddisfazioni ».
Dalle rotelle al ghiaccio, stai provando, con grande successo, anche questa esperienza. «Sì, mi sto allenando. Due week end al mese mi trasferisco a Trento per imparare a pattinare su una superficie tanto diversa. I risultati sono stati subito buoni tanto che i tecnici della nazionale mi hanno convocata ed inserito nel gruppo azzurro».
Se dovessi lasciare le rotelle per il ghiaccio sarebbe un duro colpo per papà. «No lui mi consiglia e mi sprona ma rispetterà ogni mia decisione. Il ghiaccio offrirebbe la possibilità di gareggiare alle Olimpiadi, un sogno che vorrei realizzare, ma vedremo più avanti cosa mi prospetterà il futuro».
C’e´da fare un bilancio di questi Mondiali. Come è stata questa esperienza? «Molto positiva ma certo mi dispiace di non aver centrato l’oro. Ma non mollo, in futuro mi batterò con maggiore grinta».
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